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Otis Rush - Cold Day In Hell (1975)Mp[CR-Bt]
Type:
Audio > Music
Files:
10
Size:
68.43 MiB (71749930 Bytes)
Uploaded:
2009-01-13 11:18:41 GMT
By:
CR-Bt
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Info Hash:
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Nato a Philadelphia, Pennsylvania, nel 1934, Otis Rush si trasferì nel 1949 a Chicago, in cerca di lavoro ma trovando pure, nella West Side della città ventosa, un luogo di fermenti - l’ideale trampolino di lancio per i giovani ma battaglieri bluesmen della sua generazione. Il suo stile, alla chitarra e alla voce, si forma in particolare dall’ascolto di T-Bone Walker e B.B. King, prediligendo quindi le frasi strumentali lunghe e lineari e una vocalità con accenti gospel, che spesso sfocia nel falsetto. E’ da notare che, al pari del predecessore Albert King, anche Rush suona la chitarra da mancino ma senza invertire l’ordine delle corde: pertanto sul suo strumento la corda più sottile, il MI cantino, risulta la prima dall’alto. Il primo contratto discografico lo ottiene nel ‘56 con la Cobra di Eli Toscano, etichetta attenta alle nuove tendenze condensate nel West Side blues; il brano da lui inciso, “I Can’t Quit You Baby” fu subito un successo, seguito da altri quali “Double Trouble”, “It Takes Time”, “My Love Will Never Die” e “Three Times A Fool”. La chiusura della Cobra, e il passaggio alla Chess nel ’60, rappresentò uno stop nella carriera di Rush che, pur avendo inciso l’ottimo album “So Many Roads So Many Trains”, fu relegato ai margini dell’attività. Nonostante le apprezzate esibizioni dal vivo, nelle quali le sue doti emergevano immancabilmente, confermandolo uno dei maestri del chitarrismo blues moderno, continuò la sua peregrinazione tra le case discografiche: dopo la Duke Records fu la volta della Vanguard, per la quale nel ’71 incise l’apprezzabile lavoro “Right Place, Wrong Time”. Un po’ di tranquillità e di fiducia ritrovata giunsero col passaggio alla Delmark e la realizzazione dell’album “Cold Day In Hell” del ’76, che vede la presenza di Big Moose Walker e Mighty Joe Young. Dalla metà degli anni ’90 Rush ritorna in sala d’incisione per un’attività che, fra alti e bassi dovuti anche alle diverse capacità dei gruppi a sua disposizione, continua ancora oggi.
Rispetto alla originale edizione in vinile in questa versione su CD si aggiungono due brani inediti piuttosto interessanti che confermano la grandezza del personaggio e la sua idiosincrasia per la 'normalità'. L'album è certamente più vario e inevitabilmente anche meno coerente, da un punto di vista stilistico, rispetto alla registrazione dal vivo del gennaio successivo che abbiamo appena esaminato, ma vale certamente la pena ascoltarlo per capire quanto la dimensione live sappia aggiungere elementi importanti ad una musica impetuosa come questa. 

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